martedì 15 gennaio 2019

Una sintesi finale

Ogni cosa oggetto che ci circonda nasconde una sua storia, che spesso ci sorprende e ci fa capire che non é un caso e non é semplice il motivo per cui si trova lì attorno a noi.
È impossibile prestare attenzione ad ogni oggetto che appare ai nostri occhi, ma alcune volte abbiamo la fortuna di poter essere invitati ad esaminare almeno  un singolo elemento della nostra quotidianità, ed io ho avuto l'opportunità di addentrarmi nella storia della saponetta.
Ho iniziato il mio rapporto sulla saponetta partendo dai suoi nomi e le sue traduzioni , proseguendo poi ad esaminarla dall'interno, ricercando i materiali e le industrie.
Ciò che arricchisce l'approfondimento della cosa é conoscere il suo rapporto con il mondo: dal punto di vista commerciale con le pubblicità  e i cataloghi(dei negozi, il catalogo ecc), e dal punto di vista artistico nel campo delle arti figurative  (come pop art,fumetti) e nel campo del design e  della letteratura.
Vedere la musica nella saponetta appariva un'idea bizzarra ma poi si é rivelata formativa e simpatica, così come conoscere alcuni proverbinumeri e simboli ad essa riferiti, o cercare un personaggio famoso che facesse da protagonista in uno spot della cosa in questione. 
Tutto ció è stato fonte di miglioramento per la mia cultura generale che, inoltre, si é arricchita trovando i brevetti della saponetta, e per dare prova delle mie nuove conoscenze é stato utile sottopormi ad un abecedario  e a questa sintesi finale
Lo studio della saponetta ha infine trovato il suo maggior risultato nell'esporre i 5 oggetti che hanno avuto una grande rilevanza nella mia vita, facendomi riflettere sull'importanza di ogni cosa che ho visto e ho toccato, da quella che ha avuto solo una minima utilità ai miei occhi, a quella che conserva  i più bei ricordi.

mercoledì 5 dicembre 2018

Un ABC

Aleppo
Bagno
Colore
Doccia
Etnico
Formula
Glicerina
H20
Igene
Lavabo
Marsiglia
Neutro
Odore
Pulizia
Rose
Sodio
Toeletta
Viso



giovedì 22 novembre 2018

Brevetti della cosa

Usage competent hand soap dispenser with data collection and display capabilities. 

Numero di brevetto:US6707873B2
Data:1998 06 11
Inventor:
Luke P. Thompson
James L. Copeland

Ronald B. Howes, Jr
https://patents.google.com/patent/US6707873B2/en?q=Soap&oq=Soap
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Push-type soap dispenser

Numero brevetto:US5421489A
Data:1994 01 12
Inventor:
Charles R. Holzner, Sr.
Brian Phillips
 

ht

https://patents.google.com/patent/US5421489A/en?q=Soap&oq=Soap

https://patents.google.com/patent/US6707873B2/en?q=Soap&oq=Soap

US https://patents.google.com/patent/US6707873B2/en?q=Soap&oq=Soap

US6707873B2

US6707873B2Usage competent hand soap dispenser with data collection and display capabilities

US Grant

US Grant

US 

US6707873B2

US Grant
US Grant

Un protagonista

Ciccio Graziani (testimonial acqua e sapone 2018)
Biografia
Francesco Graziani, detto Ciccio (Subiaco, 16 dicembre 1952), è un allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante. Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982, con 122 gol totali nel Torino si trova al 7º posto della classifica dei marcatori del club granata dietro a Valentino Mazzola (123).
È padre di Gabriele, anch'egli ex calciatoreitaliano, di ruolo attaccante e in seguito dirigente sportivo.
Cresciuto nel Bettini Quadraro, passa all'Arezzo e poi al Torino nel 1973 (in verità il suo ingaggio risaliva all'anno precedente, ma il giocatore era rimasto per un'altra stagione in forza alla società toscana). Con la società granata Graziani disputò otto stagioni, esordendo in Serie A il 18 novembre 1973 contro la Sampdoria e realizzando la sua prima rete in massima serie il 16 dicembre contro il Bologna. In totale, con la società piemontese ebbe un ruolino di 289 partite segnando 122 gol, così suddivise: 221 (97 gol) in campionato, 45 (17 gol) in Coppa Italia e 23 (8 gol) nelle coppe europee, vincendo lo scudetto nella stagione 1975-1976.

Graziani alla Roma nel 1984, insieme al napoletano Bertoni, ex compagni a Firenze.
Nel corso del successivo campionato, Graziani si impose nella classifica cannonieri con un bottino di 21 gol. Nella stessa stagione fu protagonista di una curiosa esperienza, quando nella sfida di ritorno della Coppa dei Campioni contro il Borussia Mönchengladbach, dovette improvvisarsi portiere negli ultimi 20' a causa dell'espulsione di Luciano Castellini (che lasciava peraltro i granata in 8 dopo i precedenti cartellini rossi a Vittorio Caporale e Renato Zaccarelli): Graziani compì due buoni interventi, riuscendo a mantenere la porta inviolata, ma il risultato di 0-0 non permise al Torino di superare il turno. Nel suo tradizionale ruolo da centravanti, formò in quegli anni in maglia granata la celebre coppia detta dei Gemelli del gol assieme al compagno di reparto Paolo Pulici.
Lasciò i colori granata nel 1981 quando, assieme all'altro granata Eraldo Pecci, raggiunse la Fiorentina dove militò per due stagioni, mancando per un solo punto lo scudetto nell'annata 1981-1982.
Nel 1983 fu ingaggiato dalla Roma, con cui vinse due Coppe Italia nelle edizioni 1983-1984 e 1985-1986 (stagione, quest'ultima, in cui in campionato perse nuovamente lo scudetto al rush finale), e raggiunse nel 1984 la finale della Coppa dei Campioni, dove i giallorossi caddero contro il Liverpool ai tiri di rigore; in questa occasione, proprio Graziani fu tra coloro che fallirono il proprio tentativo dal dischetto.
Dopo due stagioni nelle file dell'Udinese(primo anno in A, secondo anno in B), e una fugace apparizione nel campionato australiano nelle file dell'APIA Leichhardt, chiuse l'attività agonistica nel 1988.

NazionaleModifica


Graziani con la maglia dell'Italia nel 1977
Graziani collezionò un ricco bottino nella nazionale italiana: 64 partite con 23 gol. Con 47 gare e 20 reti realizzate quando era in maglia granata, è il giocatore torinista con più presenze e gol in azzurro di sempre. Esordì il 19 aprile 1975 contro la Polonia e realizzò la sua prima rete il 7 aprile 1976 contro il Portogallo.
Partecipò al campionato del mondo 1978 in Argentina, al quale arrivò come titolare, per poi essere tuttavia scalzato dall'emergente Paolo Rossi, e vinse il campionato del mondo 1982 in Spagna, giocando tutte le partite come esterno sinistro d'attacco al posto dell'infortunato Bettega, che era stato titolare durante le qualificazioni. In quest'edizione segnò un gol nel pareggio 1-1 contro il Camerun, che risultò essere decisivo ai fini della qualificazione alla seconda fase, avvenuta per numero di reti segnate, proprio ai danni della squadra africana; nella finale di Madrid fu però sostituito per infortunio dopo soli 7' di gioco da Altobelli.

AllenatoreModifica

È stato, al termine della carriera, dirigente di società e, con fortune alterne, allenatore calcistico.
Dopo l'esonero di Bruno Giorgi ha guidato dal 26 aprile al 30 giugno 1990 la Fiorentina, ottenendo la salvezza in Serie A e raggiungendo la finale di Coppa UEFA (persa contro la Juventus). Ha brevemente allenato nell'estate 1990 l'Ascoli, venendo sollevato dall'incarico poco prima dell'inizio del campionato di Serie B a causa di sopravvenuti dissidi con il presidente Costantino Rozzi;nella stessa stagione è poi subentrato a Aldo Cerantola sulla panchina della Reggina, sempre tra i cadetti, non riuscendo a evitare la retrocessione. A metà dell'annata 1991-1992 è subentrato a Bruno Bolchi alla guida dell'Avellino, ancora in cadetteria, senza riuscire neanche questa volta a raggiungere la salvezza.
Come presidente, nella seconda metà degli anni 1990 ha salvato l'Arezzo dal fallimento, traghettandolo dalla Serie D alla C1 con Serse Cosmi allenatore. Nella stagione 2001-2002 ha portato, in tandem con Maurizio Pellegrino, il Catania alla promozione in Serie B vincendo i play-off contro il Taranto; nell'annata seguente è tornato sulla panchina degli etnei, lasciando dopo nove partite. Il 17 dicembre 2003 è subentrato alla guida del Montevarchi, in Serie C2.
Dal 2004 al 2006 è stato infine allenatore del Cervia, sodalizio protagonista del reality show televisivo Campioni, il sogno; in Romagna ha ottenuto una promozione dall'Eccellenza alla Serie D nella stagione di esordio, e raggiunto i play-off in quella seguente.

Le industrie della cosa

GLI INIZI DELLA PRODUZIONE ARTIGIANALE DEL SAPONE

GenovaVeneziaMarsiglia (dov’è nato il celebre sapone omonimo) e Savona (da cui “savon” in francese – sapone) furono i centri in cui nel XV secolo si iniziò a produrre artigianalmente il sapone. Proprio a Savona, secondo alcuni testi francesi, la moglie di un pescatore scoprì per caso la ricetta del sapone, facendo bollire della lisciva di soda (una cenere) in un pentolino con olio d’oliva e ottenendone un sale (il sapone, appunto, è un sale che nasce dalla reazione chimica tra un grasso vegetale e un alcale).

AL VIA LA 

PRODUZIONE INDUSTRIALE DEL SAPONE
Nel XV secolo
Savona si sviluppò una fiorente industria saponiera che utilizzava materie prime di ottimo livello, ma nel secolo successivo fu la Francia a sviluppare fortemente il commercio dei saponi. Luigi XIV (il Re Sole) rese la città di Marsiglia il cuore pulsante dell’industria del sapone, facendo costruire manifatture di sapone a Tolosa prima e Marsiglia poi, e fu dal porto marsigliese che partirono i primi carichi per il Nord Europa provenienti da Savona e Castiglia (Spagna). Gli inglesi infatti chiamano il sapone a base di olio di oliva “sapone di Castiglia” (anche se la ricetta originale è differente da quella del sapone francese).

IL SAPONE DI MARSIGLIA

Il Sapone di Marsiglia era il frutto della lavorazione di olio d’oliva, acqua, sale e soda naturale (ottenuta dalle ceneri di una pianta di palude – la salicornia) ma fino alla rivoluzione industriale fu prodotto a livello artigianale. Solo nel 1790 un chimico francese, Nicolas Leblanc, scoprì il metodo per ottenere chimicamente la soda dal sale, aprendo la strada all’industrializzazione della lavorazione del sapone. Nei primi anni del 1800 furono aggiunti alla ricetta anche altri oli vegetali all’olio d’oliva, quali olio di palma, di cocco o di sesamo.
Il metodo Leblanc venne sostituito dal metodo Solvay (attualmente adoperato) quasi un secolo dopo, nel 1870. In quegli anni, grazie alla diffusione su vasta scala del sapone, l’abitudine al bagno venne acquisita anche dal ceto medio-basso, se non altro come strumento di difesa dalle malattie. Alla fine del 1800 il sapone era venduto in tutto il mondo, alimentando fortemente anche l’industria pubblicitaria.

Nel 1906 fu ufficializzata la formula del sapone di Marsiglia originale: 72% di grassi vegetali e 28% di acqua, tuttora gli unici ingredienti del famoso sapone. A lato, una bellissima immagine illustra le saponette di Marsiglia stoccate in un magazzino di una storica fabbrica francese: La Savonnerie Rampal Latour, in vita dal 1828.

L’EVOLUZIONE DELL’INDUSTRIA SAPONIERA

Durante le guerre mondiali, a causa della difficoltà a reperire materie prime naturali, vennero introdotti i saponi sintetici a base di perborato e silicati. Il primo sapone in polvere fu prodotto dalla società tedesca Henkel (già sentita, no??).
L’industria saponiera attuale è molto diversa, ma alcune aziende utilizzano ancora la formula originale per produrre il sapone. Purtroppo, negli ultimi decenni è sempre più difficile trovare un sapone naturale e non irritante, ma vengono ancora prodotti saponi di elevata qualità.
L’immagine qui sopra rappresenta l’odierna lavorazione del sapone, in una nota fabbrica fiorentina, attiva – pensate – dal 1612. Più di 400 anni di storia del sapone, raccontati dall’ Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.   Presso la loro sede, dove troviamo sia lo stabilimento produttivo sia il negozio, è anche possibile visitare un museo dedicato proprio alla storia del sapone.
Che ne dite, guarderete la saponetta che avete sul lavabo in modo diverso d’ora in poi?

lunedì 19 novembre 2018

Le cose nel design

Il design si nasconde in ogni cosa, anche in quelle che proprio non ti aspetti. Come ad esempio… le saponette! E non è neppure la prima volta che questo prodotto da bagno e di bellezza si veste di creatività: semplicemente, prima d’ora, non si era mai spinto fino a voler emulare uno skyline. Lo skyline di Seoul, per la precisione.
L’idea è dello studio creativo Ohk (alias Seung Tae Oh, Meeso Kim e Won Joon Lee), che ha chiesto aiuto al popolo di Kickstarter per finanziare il suo progetto, intitolato Urban Soap. Perché sono proprio “saponette urbane“, quelle progettate: quattro saponi, tutti diversi per forma e per fragranza, ispirati agli elementi architettonici di Seoul, capitale della Corea del Sud. «Il sapone è un materiale flessibile: lo abbiamo scelto per realizzare oggetti multi-sensoriali, che interpretano frammenti urbani attraverso la sensibilità della vista, dell’olfatto e del tatto», fanno sapere dallo studio Ohk.

I simboli nella cosa, la cosa nei simboli


Una sintesi finale

Ogni cosa oggetto che ci circonda nasconde una sua storia, che spesso ci sorprende e ci fa capire che non é un caso e non é semplice il moti...